L’ Addetto ai Servizi di Controllo (ASC)

L’Addetto ai Servizi di Controllo nella Attività di Intrattenimento e di Spettacolo in Luoghi Aperti al Pubblico o in Pubblici Esercizi, cioè l’ex Buttafuori nella versione meno formale, è una figura professionale disciplinata dal DM 6/10/2009. La norma prevede che l’operatore abbia svolto uno specifico corso di formazione della durata di 90 ore e riconosciuto dalla Provincia in cui tale corso viene erogato. La partecipazione e il superamento dell’esame finale, con il rilascio del relativo attestato, rientra nell’insieme dei documenti che devono essere presentati presso la Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo per l’inserimento nelle relative liste a seguito del rilascio di un numero di registrazione. La richiesta viene inoltrata dal Datore di Lavoro che si dota del servizio di tale operatore (e che ne abbia facoltà), e che provvedere a fornire il corrispettivo tesserino, sempre al seguito e ben visibile, con riportato le generalità dell’addetto ai servizi di controllo, e il numero di registrazione nell’elenco prefettizio.

Tutte le precedenti informazioni, nel dettaglio, sono riportate nel decreto ministeriale summenzionato.

Questa lunga introduzione per inquadrare un operatore in capo al quale ci sono responsabilità non

trascurabili. A questo punto non è più possibile considerarlo un lavoro da “semplice” operatore. In capo al singolo addetto ai servizi di controllo, ci sono responsabilità rientranti nella sfera dell’ordine pubblico, proporzionalmente a quanto in delega per la licenza prefettizia. Quindi esiste un titolare di licenza, al quale vengono concesse delle deleghe di funzione da parte degli organi competenti, e che a sua volta demanda parte di tali deleghe all’addetto che opera sul campo. I riferimenti al funzionamento delle licenze prefettizie (non solo per questo tipo di servizio) sono riportate nel TULPS (Testo Unico per le Leggi di Pubblica Sicurezza – Regio Decreto 18 giugno 1931, n.773 e ss.mm.ii.) e nel corrispettivo Regolamento di Attuazione (Regio Decreto 6 maggio 1940, n.635 e ss.mm.ii.). Va ricordato, che si opera sotto delega, e quindi quando si è in presenza di personale che ha in capo, tra le sue funzioni proprie, quella di pubblica sicurezza, ed è formalmente in servizio, l’addetto ai servizi di controllo deve agevolarne i compiti rimanendo a disposizione e, se richiesto, in supporto.

Un altro discorso meriterebbe il contesto privato, non rientrante nel DM 6/10/2009, ma comunque regolamentato dalla legge italiana. Il DM “Maroni” tratta contesti pubblici, che di norma, sarebbero di pertinenza degli Organi ed Enti che fanno Pubblica Sicurezza.

A tutto quanto già detto, bisogna aggiungere che l’addetto ai servizi di controllo, è un dipendente di una società per la quale svolge tale mansione. Quindi il Datore di Lavoro deve garantirgli i requisiti minimi di sicurezza per i luoghi di lavoro così come specificato nel Testo Unico della Sicurezza, Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n.81 e ss.mm.ii. È bene che anche questo venga ricordato alle Società che operano nel settore.

Andiamo avanti sul tema, dopo aver dato gli input per capire meglio in che campo ci stiamo inserendo. Troppo spesso capita di collaborare con operatori che non hanno ben chiaro chi si è, cosa si fa e fino a che punto si possa arrivare con il proprio operato. Anche tra chi questo lavoro lo fa da decine di anni.

A seguire quelli che dovrebbero essere gli strumenti essenziali e personali, che un addetto ai succitati servizi deve avere sempre al seguito. Altro equipaggiamento può definirsi in funzione delle condizioni meteo, della stagione o della particolare location, ma l’intenzione è di far capire cosa non deve proprio mai mancare a prescindere. Nessuno strumento considerato potenzialmente atto ad offendere è permesso al seguito durante un servizio di controllo, ed è da considerarsi un abuso punibile per legge. Neanche giustificabile per difesa personale, in quanto non è previsto nessun tipo di intervento con impiego della forza.

Per ciascuno strumento, una breve descrizione che ne inquadri la necessità:

– TESSERINO PREFETTIZIO (in mostra e ben visibile, laddove previsto dal servizio)

– DOCUMENTO DI RICONOSCIMENTO

– AURICOLARE

Uno strumento personale, che non va ricercato tra i mezzi che possono essere messi a disposizione dal Datore di Lavoro, soprattutto per ragioni igieniche. Quest’ultimo può fornire una radio per le comunicazioni di servizio, ma la professionalità dell’operatore si rivela anche nel preoccuparsi che tali informazioni non siano di dominio pubblico, né che infastidiscano il pubblico nel normale svolgimento del servizio. Per evitare che si abbia un auricolare per ogni modello di radio, è bene che se ne acquisti un modello di qualità, facilmente adattabile alla maggior parte delle radio utilizzate nel settore.

Alcune indicazioni indispensabili su come si indossa. Muovendosi a stretto contatto con il pubblico, va evitato che il filo dell’auricolare (sia quello che dall’auricolare porta al microfono, che quello che arriva all’inserimento nella radio) sia a rischio di aggancio con qualsiasi sporgenza. Inoltre non deve essere facile la presa da parte di chi vuole interrompere le comunicazioni tra la squadra, per evitarsi l’arrivo di colleghi in supporto. Per questo non ci devono essere fili volanti, passare sempre tutto sotto i capi di abbigliamento, come anche l’auricolare stesso che deve passare da dietro la testa, proprio per evitare prese a strappare.

– TORCIA

Consigliata sempre, e non solo per servizi dopo il tramonto. Può essere necessario dover verificare dei posti al buio, anche di giorno. Un addetto ai servizi di controllo, deve poter agevolare un’uscita in emergenza, da un locale aperto al pubblico che improvvisamente si trova in blackout. Anche questo è da considerarsi un requisito minimo di professionalità.

Non deve potersi estrarre in maniera eccessivamente rapida, ma da tenere o alla cintura, o in tasca.

– TELEFONO CELLULARE

Che sia in grado di essere operativo e funzionale. Per poter dare indicazioni stradali, poter chiamare un taxi se richiesto, sapere gli orari dei bus per fornire un servizio aggiuntivo ai clienti del locale o dell’evento per cui si sta lavorando, oppure per poter chiamare forze dell’ordine, Vigili del Fuoco o ambulanza in caso di emergenze, anche se questo non avviene mai senza il coordinamento con il responsabile del servizio. Meglio se in grado di fare foto e filmati, in quanto a volte è importante poter documentare dei fatti pericolosi.

Anche il suo impiego non è in urgenza, per cui è possibile tenerlo addosso in un posto comodo. Abusarne distoglie l’attenzione dal servizio, e per questo molto poco professionale.

– CARTA E PENNA

È fondamentale essere in grado di potersi appuntare: numeri di targhe che potrebbero servire in un secondo momento, nominativi della struttura gerarchica di riferimento che non sempre sono facili da memorizzare, orari importanti, persone importanti, smarcare nomi su liste, aggiungere nomi su liste, segnare indirizzi, email e numeri di telefono funzionali al servizio.

Anche in questo caso, da indossare con comodo, e non per forza di rapida estrazione.

– ACQUA

Non dobbiamo pensare che sia sempre dovuta. E rispetto al cibo, le darei un posto di riguardo sempre, anche di inverno.

Aggiungerei anche cosa non può essere fatto in servizio perché segnali di poca professionalità. Indubbiamente evitare tutto ciò che può distoglierci nell’attenzione dal nostro obiettivo principale, cioè garantire il giusto controllo, per intervenire preventivamente su problematiche che potrebbero diventare pericolose e, se non prese per tempo, causa di eventi drammatici. Ma anche tutto quello che può metterci fuori gioco facilmente.

–        L’uso del telefono cellulare per questioni personali. Si chiede un cambio quando necessario, e durante il cambio si fanno tutte le chiamate di cui si ha bisogno.

–        Fumare quando si è in postazione, e quindi nel pieno dell’attività di controllo. Anche questo va fatto nelle pause e durante un cambio.

–         Indossare piercing di qualsiasi tipo, o avere capelli troppo lunghi. Non è una questione solo di immagine, ma si concedono appigli a male intenzionati. Nel caso del piercing, anche un colpo inavvertito dove lo si ha, potrebbe essere doloroso, figuriamoci per qualcuno che volesse arrecare dolore.

Per finire, è importante che si abbia passione per quello che si fa, altrimenti si corrono rischi sottovalutati. È un lavoro nel quale si deve saper gestire la paura, perché dal nostro approccio alle problematiche che si presentano riusciamo a trasmettere tranquillità e senso di sicurezza. La conoscenza della propria professione, ingenera certezze e quindi meno senso di panico.

Non armatevi MAI! Ogni strumento atto ad offendere, oltre ad essere illegale, se perso e giunto nelle mani sbagliate, può creare un pericolo aggiuntivo di cui dovremmo poi assumerci la responsabilità.